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Zaccheo cercava di vedere Gesù

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La creatura cerca il suo Creatore

Nel cuore dell’uomo Dio ha scritto un desiderio che nessuno potrà mai cancellare. Mentre il nostro corpo tende verso la materia, perché è materia, l’anima che è spirito, tende verso Dio, che è Purissimo Spirito, Eterno, Increato, Divino, Fonte del suo essere e della sua vita. Essa è perennemente attratta da Dio e nell’eternità, vedere Lui e non poter andare verso di Lui, è quella pena del danno che tormenterà per sempre l’uomo. Vede la Fonte eterna del suo essere e non si può immergere in essa.
Zaccheo vive di questo desiderio dell’anima. Lui ha tutto per il suo corpo, possiede ogni ricchezza. Nulla invece ha dato finora alla sua anima. Le cose della terra lo hanno distratto, allontanato dalla Fonte eterna della sua vita. Ora questo desiderio è divenuto prepotente dentro di Lui. Sente che Gesù può colmare questa sua sete. Per questa ragione cerca di vederlo. Ma Lui è piccolo di statura. Non è però piccolo di intelligenza. Sale su un sicomoro ed attende che Gesù passi. Lo vedrà da un’ottima postazione.
Se l’uomo permettesse all’anima solamente di sospirare un po’, se gli consentisse di anelare verso la sua Luce eterna, se l’aiutasse a trovare l’Oggetto divino del suo desiderio, che è naturale, non artificiale, la sua vita inizierebbe ad uscire dal baratro della materia nella quale oggi è imprigionata e assaporerebbe la verità, gusterebbe la vera libertà, saprebbe che la materia mai potrà nutrire il suo cuore, la sua anima, il suo spirito che si alimentano solo di Dio, di eternità, di cielo.
Il corpo abbandonato a se stesso, senza un’anima forte che lo trascini verso l’alto, nel superamento della stessa sua materialità, è un abisso incolmabile. Gli si può concedere qualsiasi licenza, vizio, abuso, lo si può rimpinzare di alcool, droga, ogni altro cibo, lo si può anche rivestire di porpora e di bisso, lo si può fare abitare in luoghi di lusso, lo si può anche condurre in delle isole esotiche, ma sarà sempre vuoto. Il corpo è fatto per essere pieno del suo Dio. È questa la vera sua sofferenza.
Gesù passa. Vede Zaccheo. Lo chiama. Gli dice di scendere. Lui dovrà fermarsi a casa sua. È bastata solo la voce di Gesù per ricolmare il suo cuore, riempire la sua anima, dare allo stesso corpo la leggerezza e la libertà dello spirito. Lo attesta il fatto che i beni della terra non lo appagano più. Non sa più cosa farsene di essi. All’istante decide di riparare tutti i furti da lui perpetrati ai danni degli altri. Non è però certo che lui fosse un disonesto. Vuole avere la coscienza a posto. Forse ho peccato. Rimedierò.
Poiché ormai si sente pieno, decide anche di disfarsi di metà dei beni che gli rimangono, facendo elemosina verso il poveri. La voce di Gesù entrata nella sua anima gli è più che sufficiente. Lo ha colmato, riempito. Di nulla più ha bisogno. Le cose per lui ritornano ad essere cose, terra, vuoto, vanità. La sua anima respira di Cristo e sazia anche il suo corpo. Questa è la potenza ricreatrice e rigeneratrice della voce di Gesù. La sua voce è vero alito di Spirito Santo che entra dentro e rinnova la vita.
Gli altri non comprendono il grande prodigio che è avvenuto nel cuore di Zaccheo. Si fermano alle apparenze. Mormorano, giudicano, criticano, condannano. Gesù e Zaccheo sanno però cosa è realmente accaduto e si danno testimonianza a vicenda.