Archivi del mese: febbraio 2016

III DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C

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Dal Vangelo secondo Luca 13,1-9

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai».

II DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C

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Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,28-36)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con Lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con Lui. Mentre questi si separavano da Lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per Te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore

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Il Monte Tabor non ci viene presentato per descriverci solo quanto è avvenuto con la Trasfigurazione di Gesù. Non è solo questo importante quando si racconta questo elevato evento, questo è il principale e dimostrativo della Divinità del Signore.

È importante la Trasfigurazione di Gesù perché manifesta a tre Apostoli la sua vera identità, avvalorata dall’apparizione di due autorevoli personaggi del mondo antico, vissuti molti secoli prima e considerati nell’ebraismo come rappresentanti principali della Legge e dei Profeti.

Se dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sulla Trasfigurazione di Gesù, la quale ci indica che Lui è veramente Dio con il rafforzamento dell’affermazione del Padre eterno: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”, dobbiamo capire perché la Chiesa ci presenta questo episodio nel periodo di Quaresima.

Il cammino quaresimale non ci dice di guardare quanto è avvenuto al Signore per amore nostro mentre noi continuiamo una vita dissipata o poco attenta alla spiritualità del Vangelo. La Quaresima è l’invito ad ognuno di noi di salire il Tabor e di trasfigurarci, con uno stile di vita nuovo, improntato sulla verità e l’essenzialità.

La Quaresima deve aiutarci a salire questo Monte dove avverrà la nostra trasfigurazione, perchè non avviene nulla se si rimane sordi alla voce di Dio che ci interpella ed invita a liberarci delle zavorre che appesantiscono e a diventare spiritualmente leggeri.

Il Tabor è, quindi, il nostro obiettivo, più che cercare nel mondo la vera felicità, alziamo gli occhi in alto e guardiamo la meta santa.

In questo periodo di Quaresima molti credenti possono anche ingannarsi in buonafede, quando compiono alcuni riti di penitenza o sacrifici impegnativi, ma non si guardano dentro, non fanno l’esame di coscienza e non riescono a focalizzare quei vizi che li danneggiano e non permettono ad essi di elevarsi spiritualmente verso l’alto.

In Quaresima oltre le opere indicate da compiere, c’è l’anima da considerare meglio.

La Quaresima ci mostra il Tabor e il Calvario, due Monti importanti nella vita di Gesù e che ognuno di noi deve considerare con molta attenzione. Siamo chiamati a vivere nella gloria eterna ma dobbiamo trasfigurarci salendo il duro versante del Tabor, un cammino che è pieno di gioia ma insieme al sacrificio, alla rinuncia di qualcosa. D’altronde, quando si vogliono ottenere buoni risultati nella vita bisogna sempre fare delle rinunce.

Sul Tabor ci si arriva facendo pure delle rinunce, alleggerendoci dalla pesantezza dei peccati e delle inclinazioni negative, aiutati dalla Maestra di perfezione che è la Madonna, perché da soli è impossibile arrivare in alto.

Infatti i grandi Santi della storia sono  innamorati della Madonna, suoi imitatori e consacrati a Lei.

Mentre il Calvario lo incontriamo nella vita di tutti i giorni, perché nemici, traditori, bugiardi ed ipocriti se ne trovano a iosa!

La liturgia però ci presenta il Tabor all’inizio di Quaresima e poi nella Settimana Santa il Calvario, perché è sicuramente possibile vivere una vita nella gioia nonostante le persecuzioni, le cattiverie, i tradimenti, i bugiardi, i diffamatori, i cattivi figli di satana.

Se ci impegniamo ogni giorno nella salita del Tabor, sapremo sopportare con gioia le prove, e perdoneremo quelli che ci crocifiggono e ci fanno assaporare anche per lunghi anni l’amarezza del Calvario.

Nessuno può sfuggire dal Calvario, anzi i non credenti e quanti non pregano, hanno molte più sofferenze perché i diavoli con essi fanno quello che vogliono. Sono uomini dediti ai piaceri, alle inclinazioni più animali, si preoccupano solamente di raggiungere i loro obiettivi passando sopra i cadaveri di amici e anche dei familiari.

L’apparente e inutile illusione dei non credenti è la libertà di agire nel peccato e di non avere limiti, di non dover dare conto a nessuno della loro lussuria e l’avidità del denaro. Hanno però tante sofferenze che cercano di mascherare ma si illudono perché soffocano qualche sofferenza e fuoriescono altre forme di sofferenze.

Tutti nella vita incontriamo il Calvario e Dio non ha alcuna responsabilità, ma solo quelli che fanno l’esperienza del Tabor vincono e sono felici anche nelle dure prove, nelle sofferenze profonde, nelle persecuzioni dei nemici maliziosi.

Se vivremo come ci indica Gesù, ci riempiremo sempre della sua gioia e della pace, trasfigurandoci e Lui ci donerà la gloria eterna. Continua a leggere

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

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Domenica 7 febbraio 2016

Lasciarono tutto e lo seguirono.

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,1-11)

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la Parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Genèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e Lo seguirono. Parola del Signore