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XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

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Chi sono Io secondo la gente? Ma voi chi dite che Io sia?

Dal Vangelo secondo Luca (Lu 9,18-24)

Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».

Dal Vangelo secondo Luca (Lu 9,18-24)
Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con Lui, pose loro questa domanda: «Chi sono Io secondo la gente?». Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi Profeti che è risorto». Allora domandò: «Ma voi chi dite che Io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. «Il Figlio dell’Uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.

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La prima affermazione che ci obbliga a riflettere sulla Persona di Gesù è che Lui “si trovava in un luogo solitario a pregare”.

Gesù era la preghiera incarnata, un Uomo autentico traboccante di infinito Amore, il Dio eterno che si è rivestito di un Corpo per farsi vedere.

Non pregava perché si trovava in un luogo solitario, Egli era sempre in preghiera, in comunione perenne con il Padre, uniti dallo Spirito di entrambi. Un solo Spirito rendeva sempre presente il Padre al Figlio, rendeva presente il Figlio al Padre.

Solo Gesù beneficiava della visione beatifica ininterrotta del Padre.

La visione beatifica nella dottrina cattolica, è la percezione immediata della natura divina di cui godono i Beati in Paradiso. Gesù viveva in Palestina, era però anche Dio, quindi solo Lui poteva fruire di questa ininterrotta comunione con il Padre.

Gesù pregava ogni istante, senza avere bisogno dei Salmi che conosceva perfettamente per averli ispirati come Dio, a Davide e ad altri.

Pregava anche quando dormiva, ogni suo gesto e ogni sua parola erano emanazione di preghiera, intesa come un dialogo amoroso tra Figlio e Padre, anche senza parole perché servivano poco le parole a Loro che comunicavano con il pensiero.

Vediamo qual è il vero significato di preghiera.

Gesù da perfetto religioso osservava tutto quanto era prescritto dalla Legge, quindi recitava le preghiere del mattino e della sera, le diciotto Benedizioni durante la giornata. Diceva le preghiere ma Lui innanzitutto pregava, perché tra pregare e preghiere c’è una significativa differenza.

Gesù pregava.

Più che recitare parole Lui era la preghiera, e pregava perché viveva di Amore, un sentimento non comprensibile da nessun essere umano, ma nella vita terrena di Gesù era un legame trascendente con suo Padre. Neanche i più grandi Santi hanno mai potuto comprendere il sentimento amoroso tra Gesù e suo Padre, solo Dio lo conosce.

Nel Vangelo di Luca troviamo che Gesù nei momenti particolari della sua missione era sempre in preghiera. Si ritirava in luoghi solitari e pregava con un trasporto unico. Pregava nel senso che dialogava con il Padre, apriva il suo Cuore innocente al Padre e riferiva tutto.

Anche se non c’era alcuna necessità di esporre al Padre quanto avveniva nel suo apostolato, perché il Padre tutto vedeva e conosceva, Gesù cercava il silenzio soprattutto per ringraziare il Padre, autore principale della redenzione del genere umano.

Nel silenzio della notte, soprattutto, Gesù dialogava con il Padre, mentre durante il giorno -rimanendo perennemente nella visione beatifica-, insegnava e dialogava molto con i discepoli per far accogliere la nuova mentalità del Vangelo.

Bisogna entrare in questo dialogo con Gesù per pregare con il cuore, fino a percepirlo vicino a noi anche quando non preghiamo con le parole ma preghiamo con la vita, perché immersi nelle faccende giornaliere. Tutto deve diventare preghiera, ogni gesto, parola e opera.

Ma questa certezza della sua presenza è avvertita solo da quanti sono avanti nella vita spirituale.

Tutti gli altri continuano a recitare preghiere e non riescono ad entrare in comunione con il Signore, sono distratti dai beni materiali.

“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.

Questa è la condizione posta da Gesù per seguirlo veramente, e rimane impossibile compiere il cammino spirituale senza un sincero rinnegamento verso le cose che inorgogliscono e che fanno piacere ai sensi, ai sette vizi.

Vogliamo ricordare i vizi capitali?

Superbia.

Avarizia.

Lussuria.

Ira.

Gola.

Invidia.

Accidia.

“Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”.

È impegnativo fare questo, è evidente, ma proprio qui si misura l’amore verso Dio e la scelta di diventare un cristiano autentico.

Nessuno si trasforma in poco tempo in un buon cristiano, però lo stesso proposito di cambiare mentalità e rinascere nello Spirito di Dio, è già una vittoria, e sarà sempre più gratificante per la propria realizzazione. Infatti, la vera realizzazione di una persona è l’osservanza dei Comandamenti.

Questo cammino diventa più facile se si chiede aiuto alla Madre di Gesù. Ella è la Maestra di perfezione e di santità.

La recita della preghiera a Lei più cara è il Santo Rosario recitiamolo con devozione e Amore!