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GESU’ CHIAMA GLI APOSTOLI

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CHIAMÒ A SÉ QUELLI CHE VOLEVA PERCHÉ STESSERO CON LUI.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,13-19)

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da Lui. Ne costituì Dodici -che chiamò Apostoli-, perché stessero con Lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi Lo tradì. Parola del Signore

RIFLETTIAMO

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Diversamente da quanto accade nelle altre religioni, nel Cristianesimo è Gesù che chiama, sceglie, invia il tocco che illumina i cuori.

Gesù ha sempre bisogno di collaboratori, ma non viene richiesta solo la presenza fisica, semmai questa è secondaria, ciò che determina la vera sequela del Signore è la buona volontà, un cuore puro. Lui non ha bisogno di numeri, cerca la qualità, ma non tutti i chiamati sono sulla via della perfezione né i chiamati devono illudersi di essere già perfetti.

Duemila anni fa e oggi è sempre indispensabile la collaborazione di uomini e donne toccate dalla Grazia di Dio per annunciare il Vangelo dove è loro possibile, a cominciare dalla famiglia. Molti giovani non vivono bene perché non hanno ricevuto insegnamenti religiosi, non hanno visto buoni esempi di preghiera e di vita virtuosa.

Più delle prediche sono importanti i buoni esempi, le testimonianze di vita evangelica.

Le parole devono seguire le opere, altrimenti gli altri pensano che si predica bene e si razzola male.

La chiamata alla salvezza eterna è universale ma moltissimi si rifiutano di osservare le Leggi di Dio e si prefiggono un cammino improntato sulle ideologie inventate dagli uomini e dalla ricerca dei piaceri e dei divertimenti idolatrici.

La società è infettata dalla ricerca dei divertimenti come unico fine della vita, li trasformano in divinità nel senso che pensano solo ai divertimenti esagerati ma non trovano mai il senso della vita.

I cristiani autentici ed equilibrati si divertono eccome, ma non sono immobilizzati sulla ricerca ansiosa di soddisfare i capricci umani.

Ognuno di noi o è padrone della sua volontà o è schiavo delle sue passioni disordinate.

Molti cristiani si ritrovano a metà e non conoscono il modo per uscire dal guado. Non sono impantanati nella melma e hanno tutte le possibilità per vincere le inclinazioni al peccato. È un impegno concreto e non si può improvvisare. Nulla è irreparabile trattandosi della vita spirituale.
Non tutti i Santi erano già eroici nelle virtù prima di iniziare il cammino di santità. Anche se questo cammino che punta alla santità è nelle corde di tutti, perché è facile praticare le virtù quando c’è il buon proposito e la decisione di praticare il Vangelo per vivere bene.
Tutti noi siamo stati scelti per aiutare Gesù nell’opera di evangelizzazione, secondo le capacità, il tempo, la possibilità. Nella Chiesa ci sono persone con preparazioni e caratteri diversi, ma non c’è ancora la perfezione e questo ci dice che bisogna avere comprensione dell’altro.
Sono uniti dalla Persona di Gesù, vivono l’esperienza di essere chiamati e amati, per restare con il Signore, i Sacerdoti anche per predicare e cacciare i demoni. Ciò che deve far parte della nostra formazione religiosa è la condizione: noi siamo discepoli di Gesù Cristo Come discepoli vogliamo restare vicini a Gesù, sia con la preghiera del cuore, fatta di atti di amore in qualsiasi momento della giornata, sia con la visita in Chiesa a Lui che ci aspetta nel Tabernacolo.
Siamo discepoli e viviamo con Gesù, siamo consapevoli che rimane accanto a noi, ci conosce perfettamente, ci guarda e ascolta.
Proponiamoci di migliorare il nostro stato di discepoli con la buona volontà di compiere in tutte le circostanze un apostolato per Gesù.