NON SON VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI MA I PECCATORI

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I SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO 2016 (ANNO C)

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 2,13-17)

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e Lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che Lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

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Quando fisicamente si sta bene non c’è necessità di ricorrere dal medico, non si fa uso di medicine e quasi sempre non si pensa più a qualche malattia superata in passato. Questo succede a tutti, più o meno c’è questo atteggiamento nell’essere umano.

Riconosciamo che quando tutto sembra andare bene, quando non c’è una discreta vigilanza personale, il comportamento è più disinibito, si attua un agire disinvolto. Nel bene e nel male questo comportamento arreca degli effetti che variano secondo la spiritualità e il controllo che ha ognuno su di sé.

Quando le cose vanno bene, non si cerca Gesù con umiltà e docilità. È una verità che dispiace ma corrisponde alla verità.

Quasi tutti i credenti agiscono in buonafede, non c’è una studiata volontà di ignorare il Signore o di farsi beffa. Solitamente il cristiano si rinchiude in se stesso, disinteressato ed estraneo a ciò che succede intorno a lui.

Gesù ebbe amici, come quelli di Betania, dai quali è invitato o si fa invitare in varie occasioni. Conta amici a Gerusalemme, quelli che gli prestano una sala per celebrare la Pasqua con i suoi discepoli, ed è in tale confidenza con chi gli presta l’asinello per l’ingresso solenne a Gerusalemme, che i discepoli possono prelevarlo senza chiedere alcun permesso.

Gesù mostrò di apprezzare molto la famiglia, luogo dove specialmente si devono esercitare tutte le virtù che la convivenza richiede, e dove si vive la prima e fondamentale relazione sociale. Così ce Lo presentano gli anni di vita nascosta a Nazareth, dei quali l’Evangelista sottolinea, più che tanti piccoli avvenimenti che avrebbe potuto narrarci, il fatto che Gesù Bambino stava sottomesso ai genitori.

Gesù è un esempio luminoso per noi che dobbiamo imparare a convivere con tutti, superando i loro difetti, le idee e i differenti modi di essere. Dobbiamo imparare da Lui a essere persone aperte, capaci di vera amicizia, disposte sempre a comprendere e a perdonare.

Quindi, un cristiano, se davvero segue Gesù, non può ritirarsi in se stesso e disinteressarsi degli altri e di quanto succede intorno a lui.

NON SON VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI MA I PECCATORIultima modifica: 2016-01-16T14:54:53+01:00da teresinaurgese
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